- Introduzione
- L’arrivo di Leonardo a Milano
- La celebre lettera a Ludovico il Moro
- Santa Maria delle Grazie e il contesto domenicano
- La realizzazione dell’Ultima Cena
- La tecnica e la sua fragilità
- Sopravvivenza tra bombe e restauri
- Interpretare la scena: emozioni, composizione e simbolismo
- Come visitare il Cenacolo: consigli pratici e prenotazioni
Introduzione
Dietro le mura di un antico convento domenicano, nel cuore di Milano, si cela un capolavoro assoluto del Rinascimento: L’Ultima Cena di Leonardo da Vinci. Questo celebre dipinto murale non è soltanto arte. E’ narrazione storica, innovazione tecnica ed emozione pura. Abbiamo avuto l’opportunità di ammirarlo dal vivo, e questo articolo nasce dal desiderio di condividere l’intensità di quell’esperienza, intrecciando storia, curiosità e impressioni personali.
Per immergerti nell’atmosfera unica del refettorio, ecco un breve video che cattura la suggestione dell’incontro con questo straordinario affresco:
L’arrivo di Leonardo a Milano
Intorno al 1482, Leonardo da Vinci lasciò Firenze e si trasferì a Milano. Era un giovane trentenne in cerca di nuove sfide. Se Firenze era la culla delle arti, Milano prometteva incarichi ingegneristici e militari. Ludovico Sforza, detto “il Moro”, governava la città e cercava menti brillanti per rafforzare la sua corte. Leonardo non perse l’occasione.
La celebre lettera a Ludovico il Moro
Tra i documenti più affascinanti del Rinascimento c’è una lettera scritta da Leonardo a Ludovico. Inaspettatamente, non vi si presenta come pittore, ma come ingegnere e architetto militare. Descrive progetti di ponti, cannoni, fortificazioni. Solo al nono punto accenna alla pittura:
“Posso anche eseguire scultura in marmo, bronzo e argilla. E nella pittura, posso fare quanto qualsiasi altro, chiunque egli sia.”
Un’affermazione modesta, che avrebbe però portato alla creazione di una delle opere più iconiche della storia dell’arte sacra.
Santa Maria delle Grazie e il contesto domenicano
I frati domenicani di Santa Maria delle Grazie erano legati alla famiglia Sforza. Scelsero di decorare il refettorio del convento per onorare Ludovico e rafforzare il prestigio dell’ordine. Il soggetto scelto, l’Ultima Cena di Cristo, rispecchiava profondamente la spiritualità dei frati: un’immagine sacra che accompagnava il rito quotidiano del pasto comunitario.
Accanto al refettorio sorge l’affascinante chiesa di Santa Maria delle Grazie, in parte progettata da Donato Bramante. Il suo stile fonde elementi gotici tardivi con la sobrietà del primo Rinascimento, rendendola uno dei gioielli architettonici milanesi. L’intervento di Bramante nel tiburio e nel chiostro riflette quel passaggio di stile che Leonardo stava parallelamente sperimentando nella pittura.
Qui un breve video girato durante la nostra visita, per cogliere l’atmosfera silenziosa e maestosa della chiesa:
La realizzazione dell’Ultima Cena
Leonardo iniziò a lavorare all’Ultima Cena nel 1495 e la completò nel 1498. Scelse una tecnica inedita: invece di affrescare su intonaco fresco, sperimentò con tempera e olio su muro asciutto, per controllare meglio ombre ed espressioni. Questo gli permise una precisione straordinaria nella resa emotiva dei volti e dei gesti.
La scena raffigura l’istante in cui Gesù pronuncia: “Uno di voi mi tradirà.” Gli apostoli, divisi in gruppi di tre, reagiscono in modi diversi. Ecco chi sono, da sinistra a destra:

- Bartolomeo, Giacomo Minore, Andrea: Bartolomeo si alza, Giacomo resta sbigottito, Andrea alza le mani in segno di diniego.
- Giuda, Pietro, Giovanni: Giuda si ritrae nell’ombra con un sacchetto (simbolo dei 30 denari); Pietro impugna un coltello e si sporge verso Giovanni, giovane e sereno.
- Gesù: Solo al centro, calmo e maestoso, il suo corpo forma un triangolo perfetto, simbolo della Trinità.

- Tommaso, Giacomo Maggiore, Filippo: Tommaso solleva l’indice, Giacomo allarga le braccia, Filippo si tocca il petto incredulo.
- Matteo, Taddeo, Simone: Parlano animatamente tra loro, ciascuno con un gesto diverso.
La tecnica e la sua fragilità
La scelta tecnica di Leonardo fu tanto audace quanto rischiosa. La pittura, non essendo ben assorbita dal muro asciutto, iniziò a deteriorarsi già pochi anni dopo. Umidità, inquinamento e restauri maldestri peggiorarono la situazione nei secoli successivi.
Ma questa fragilità è parte integrante del fascino dell’opera. Leonardo cercava la luce, la profondità, l’anima dei volti — e non si accontentava della tradizione.
Sopravvivenza tra bombe e restauri

Durante la Seconda guerra mondiale, una bomba colpì il convento, distruggendo gran parte dell’edificio. Il Cenacolo fu salvato grazie a sacchi di sabbia e impalcature protettive. Le foto dell’epoca mostrano rovine ovunque, ma l’opera è ancora lì, sopravvissuta all’orrore.
Negli anni Settanta la situazione era drammatica. Un lungo restauro, durato oltre vent’anni, fu condotto da Pinin Brambilla Barcilon. Nessuna ridipintura: solo pulizia e consolidamento. Un lavoro di pazienza e tecnologia che oggi ci permette di contemplare ciò che resta del genio leonardesco.
Interpretare la scena: emozioni, composizione e simbolismo
Quest’opera non è solo religiosa: è teatro, è psicologia. Lo sguardo dello spettatore converge su Gesù, incorniciato dalla finestra centrale e da una luce irreale. Le reazioni degli apostoli attorno a lui formano un crescendo drammatico.

Chi è la figura accanto a Cristo? Alcuni l’hanno scambiata per Maria Maddalena. In realtà si tratta di Giovanni, il più giovane, raffigurato secondo la tradizione con tratti dolci e quasi femminei.
L’uso della prospettiva centrale, con tutte le linee che si incontrano sulla testa di Cristo, rafforza la tensione mistica e la simmetria dell’intera composizione.
Come visitare il Cenacolo: consigli pratici e prenotazioni
Il Cenacolo Vinciano è uno dei luoghi più visitati d’Italia. Per proteggerlo, gli ingressi sono limitati a piccoli gruppi e brevi turni di 15 minuti. È fondamentale prenotare con largo anticipo.
- Sito ufficiale: cenacolovinciano.org
- Prenotazioni: I biglietti escono ogni mese e finiscono rapidamente.
- Ingresso gratuito: Di solito la prima domenica del mese (verifica sul sito).
- Consiglio: Chiamare in italiano può aumentare le possibilità di trovare posto all’ultimo minuto.
Il refettorio si trova a pochi passi da Il Centro, la nostra scuola di lingua italiana a Milano. Lo consigliamo spesso ai nostri studenti come parte dell’immersione culturale. Anche la chiesa è visitabile gratuitamente — un gioiello architettonico da non perdere.